Spargi la voci

"Ricordi..."

  • Il carillon della nonna, non aveva una forma speciale anzi, era semplicemente una scatoletta di legno di colore oro, a fianco aveva una piccola manovella per caricarlo.
    Quella piccola scatoletta si apriva e ne usciva una piccola ballerina francese, con un vestitino di tulle rosa e suonava una triste musica.Ti incantava ma allo stesso tempo ti stringeva il cuore.

    Da bimba tutte le volte che potevo sfuggire al controllo degli adulti correvo nelle camera della nonna e ascoltavo quella dolce e triste melodia.

    Ricordo che mia madre non sopportava quella musica e spesso ha tentato di disfarsene, chissà forse quell’oggetto la legava a dei brutti ricordi. O forse non le piaceva che io e nonna ci perdessimo dentro quelle note, immergendoci e riuscendo in quegli attimi ad emarginare le persone attorno noi.

    Quel carillon adesso posso dirlo con certezza, rappresentava la mia nonna, sembrava creato apposta per lei quell’oggetto, cosi con quella forma semplice per racchiudere all’interno la sua essenza, proprio come nonna era.( semplice)

    Ho conosciuto mia nonna forse più di tutti ed era una donna triste, ogni suo gesto anche una carezza era fatta con malinconia e le poche volte che l’ho vista ridere si leggeva dietro a quel sorriso la sua triste realtà.

    Non era come appariva cioè debole e sprovveduta , anzi era l’esatto contrario nessuno riusciva a spostarla dalle sue decisioni.

    Riuscire a percepire la sua tristezza mi faceva sentire in colpa. Come tutti i bambini, che sono convinti che ogni atteggiamento dell’adulto sia da attribuire per merito o per colpa loro. Crescevo e non riuscivo a trovare una soluzione per togliere alla mia amata nonnina quella tristezza ed io continuavo a sentirmi colpevole.

    Dicono che il senso di colpa nasca da una contraddizione fra amore e odio.
    E credo sia vero , visto che mia nonna è stata una delle persone che ho amato di più.
    Ancora adesso mi rivolgo a lei affinché mi guidi mi protegga da lassù.

    Alla sua scomparsa , nella confusa suddivisione dei suoi ricordi non so come sono riuscita a ritrovare quel carillon. Suona ancora la stessa melodia ed io provo sempre quella sottile tristezza, mi ci rifugio come se fosse una calda coperta che mi abbraccia e mi protegge, forse perché penso che ormai non ho nulla da perdere e quella tristezza è dovuta a qualcosa che ormai è inevitabilmente persa.


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