Spargi la voci

Strati

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    Mi sento polvere, proprio come la polvere che danza ai raggi della luna.
    É come sentire tutto compare e scompare così velocemente che non riesco a trattenerlo nella mente, mi sfugge ricoperto da un’altra idea, un altro pensiero e via ancora un altro e un altro.
    E un altro…

    Polvere che ricopre altri strati finché il nero diviene quasi bianco, lanuginoso bianco che si alza in volo al primo respiro.
    Quel bianco che altri vogliono vedere, vogliono sentire; quel bianco che alla fine è solo copertura visibile di ciò che la polvere sotto nasconde.
    Mi sento polvere che si posa lentamente, piano, dolcemente si unisce al tempo , strato dopo strato.
    Stanco…

    Mi sento ricoperto e non va bene, non mi piace, fa caldo sotto la polvere, è pelle morta che on vuole lasciarmi, arida e bianca, ossa pestate nel mortaio e soffiate via.
    Devo scrollarmela di dosso, ritornare ad essere nero sul bianco e non il contrario, ritornare ad essere quei denti che mordono la spalla, quelle unghie che graffiano e lacerano, quegli occhi che spaventano e che frugano dentro il cuore degli altri.
    Mi sento polvere e presto, spero, tornerò ad essere lucido nero.