Arlecchina
Ho notato sopratutto in questi ultimi mesi che molte persone agiscono nel virtuale cambiando nickname ogni tre secondi cosi’ da potersi travasare da un immondezzaio all’altro.
Perche’ lo fanno?
Quando ho posto la domanda ad alcuni amici, mi hanno risposto che nel virtuale le persone cercano di vivere situazioni che permettono loro di essere cio’ che nel reale non possono essere.
Ma la risposta non l' ho trovata soddisfacente.
Posso ipotizzare che un uomo voglia trasformarsi in donna e viceversa, oppure che un manager di successo voglia vivere nei panni di un barbone e viceversa, oppure che un buon padre di famiglia tutto casa e chiesa desideri trasformarsi in un delinquente e viceversa, ma in tal caso che senso ha cambiare continuamente nick?
Che senso ha ripartire sempre dall’inizio con qualcosa sempre diversa?
Forse il senso e’ quello di creare un mostro.
Un essere che ogni volta rinasce sempre piu’ esperto ma che non diventa mai adulto perche’ destinato a reiniziare il ciclo in un loop psicotico. Un essere che non cresce fisicamente ma che gonfia solo la scatola cranica cosi’ che possa contenere sempre piu’ “cervello”.
Ma e’ veramente questo lo scopo?
O forse semplicemente e’ per giocare ad un video game nel vano tentativo di vivere una vita opposta alla propria reale, che e’ sicuramente squallida e priva di soddisfazioni?
Si’ perche’ credo che le persone che affrontano questo mondo seguendo questa modalita’ vivano in una realta’ che non le soddisfa e dalla quale non riescono ad evadere, se non tentando all’infinito di trovare la giusta via. Via che non troveranno mai, perche’ non sanno che reale e virtuale, se pur distinti, sono intimamente legati ed una vita squallida nella realta’ significa anche squallore in quella virtuale.
C’e’ poi chi ama colorare il suo unico costume di tante diverse tinte e come Arlecchino, a differenza delle comparse che invece il costume se lo cambiano ad ogni scena, e’ protagonista della Commedia